Era l’inizio dell’estate quando Odoardo Ravizza detto Dado, bravissimo gestore del Rifugio Garibaldi in Adamello, propone a Davide (Davide Sapienza) di realizzare un Cammino celebrativo non comune, una partenza all’alba dallo storico Rifugio per una salita alla cima Venerecolo in notturna, con un arrivo all’alba per vedere sorgere il sole, riflettendo, ascoltando.
Davide alla chiamata ha subito risposto naturalmente si e così è nata quella forte, unica, geopoetica esperienza che è stata “Attaccato alla vita” per la prima edizione di Alba in vetta, difficile da trasmettere se non attraverso le bellissime immagini di Dario Bonzi e l’estratto concesso al CorSera Bergamo da Davide, del brano scritto appositamente per l’occasione.
Siamo tornati in Adamello, dopo i primi anniversari celebrati nel 2014 e 2015 per Passi nella Neve, in cui conoscemmo ed apprezzammo Dado come sensibile custode delle memorie del territorio, e come certamente vorremo fare in futuro tutte le volte che si potrà, per camminare i luoghi di una delle più grandi tragedie di questo secolo, la Guerra Bianca, con una proposta non facile, piuttosto dura, ma che avvicina alla realtà vissuta per anni da ragazzi poco più che ventenni, mandati a combattere in un ambiente naturale tanto meraviglioso quanto durissimo e difficile, come accadde al protagonista del brano, Ismaele.
Cent'anni fa nevicava già in agosto, non c’erano punti di riferimento, né certezze se non quella del freddo, delle attese anche al buio, delle misere attrezzature che consentivano una vita appena al di sopra della sopravvivenza. Sono gli stessi luoghi che ora raggiungiamo con bel altro spirito e mezzi, in situazioni climatiche ed attrezzature molto diverse, lontani anni luce, ma proprioper questo è necessario ogni tanto riviverli in maniera diversa per non dimenticare quella follia.
“Alba in vetta – attaccato alla vita” 21/22 agosto 2016, grazie ai gestori del Rifugio Garibaldi in Adamello che l’hanno reso possibile.
LEGGI l'estratto de Attaccato alla vita
GUARDA il bellissimo album di Dario Bonzi